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La scuola nelle valli ladine: inaugurata nuova mostra al Museum Ladin

Inaugurata venerdì 20 luglio al Museum Ladin di San Martino in Badia la mostra temporanea del titolo “Zacan y incö – La scuola nelle valli ladine”.

Scuola elementare a La Villa in Badia, anno scolastico 1954/55 Foto: Franz Vittur, Archivio Museum Ladin

Come è nato il modello scolastico plurilingue e paritetico in Val Gardena e Val Badia? Cosa è diventato nel corso degli anni? E quali sono le sue peculiarità? In occasione dei 70 anni dalla nascita del sistema scolastico ladino in provincia di Bolzano, il Museum Ladin Ciastel de Tor di San Martino in Badia gli dedica una mostra temporanea, dal titolo “Zacan y incö – La scuola nelle valli ladine”, organizzata in collaborazione con la Direzione Istruzione, Formazione e Cultura ladina e curata dal direttore del museo Stefan Planker e da Katharina Moling.

“In questi 70 anni, sulla base delle norme di attuazione dell’Autonomia,  si è cercato di realizzare per la popolazione di lingua ladina una scuola che tenga conto al meglio delle loro esigenze. La mostra intende mostrare gli sforzi compiuti in questo senso nei programmi, nei materiali didattici ed in particolare nel campo del plurilinguismo” sottolinea l’assessore Florian Mussner.

L’obiettivo è quello di far conoscere al grande pubblico anche fuori dalla Ladinia, e specialmente alle scolaresche, questa significativa realtà ancora poco nota, capace di garantire una formazione plurilingue nel rispetto della cultura ladina. La mostra lo fa raccontando le vicende della scuola ladina dagli albori ad oggi sulla scorta di documenti, immagini, oggetti ed elementi simbolici, nell’ambito di uno stimolante itinerario storico-didattico con allestimento progettato dagli architetti Weber e Winterle e grafica a cura dello Studio Mut. 

Sin dalle sue origini, nella realtà periferica delle valli ladine dolomitiche la scuola fu oggetto di conflitti e contrasti tra gli opposti nazionalismi italiano e tedesco. Le esigenze e i diritti della piccola minoranza locale non erano tenuti in particolare considerazione.

Solo a partire dal 1948 venne introdotto l’insegnamento curriculare del ladino, anche se per poche ore settimanali. L’adozione del modello paritetico, finalizzato a preservare l’equilibrio tra le lingue d’insegnamento italiana e tedesca, offriva per la prima volta un’opportunità di sviluppo anche alla lingua e alla cultura ladina. Una scelta che si rivelò vincente: nel corso degli ultimi settant’anni, infatti, si è affermata una didattica plurilingue unica nel suo genere, che ha permesso di ottenere ottimi risultati nelle diverse competenze scolastiche. Ciò nonostante l’avvio della scuola ladina non fu facile e dovette scontare le tensioni etniche che segnarono gli anni dell’immediato dopoguerra.

Una sezione della mostra è dedicata agli sviluppi didattici ed educativi che hanno caratterizzato la scuola ladina di ogni ordine e grado a partire dalla sua istituzione ad oggi. Essa richiama l’attenzione in particolare sulle buone pratiche dell’educazione plurilingue integrata, che fanno della scuola ladina un modello di riferimento per altre minoranze linguistiche. L’esposizione è visitabile al museo fino a fine maggio 2019.

La mostra è stata inaugurata ieri, 20 luglio 2018, da Florian Mussner, assessore provinciale all’istruzione e cultura ladina e ai musei, dall’intendente scolastico ladino, Roland Verra, e dal direttore del Museum Ladin, Stefan Planker.

Info: Museum Ladin Ciastel de Tor, via Tor 65, San Martino in Badia, tel. 0474 524020, www.museumladin.it

FG

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